Ambientazione Filosofie e Religioni

Perché esistono filosofie, religioni e protoreligioni? Qual è la differenza? Alla base di religioni e protoreligioni ci sono delle norme di vita, delle filosofie di ogni comunità, differenti in ogni parte del mondo. In diverse fasi dell’evoluzione della civiltà, si sono formate le protoreligioni: esse erano traduzioni delle filosofie in culti idolatrici, i cui dogmi erano contestualizzati nelle società per educarle e guidarle. Per mantenere il significato di fondo delle protoreligioni, nei secoli successivi sono state apportate delle modifiche, rendendo le credenze meno dipendenti dal contesto particolare e private dell’idolatria: ciò ha portato a una trasformazione, che ha dato vita alle religioni attuali. Parallelamente, le filosofie originarie hanno perso il loro alone mistico, sviluppandosi in versioni più neutre e pratiche, applicando le norme di vita senza aderire a un culto.

Notare che ogni Filosofia, che corrisponde a un arcano, ha anche la sua versione opposta, detta Rovesciata: è possibile che un PG segua una Filosofia Rovesciata e non una Dritta. Per definire una Filosofia Rovesciata, basta invertire il significato di quella Dritta.

La Filosofia dell’Alchimista è una devozione totale allo studio e alla conoscenza per armonizzare il progresso scientifico e la natura, senza che l’una venga danneggiata dall’altro.

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La Filosofia della Papessa è legata a un impegno attivo nella società per il mantenimento dello status quo e preservarlo come era alle origini, anche a costo di rotture di legami affettivi.

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La Filosofia dell’Imperatrice presuppone lo sfruttamento della creatività, il superamento dei propri limiti, il rigetto dell’austerità e il perseguimento della flessibilità, intellettuale e pratica.

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La Filosofia dell’Imperatore impone il rispetto di una scala gerarchica all’interno di una società, la quale testa prende delle decisioni indiscutibili, poiché agisce negli interessi stessi della società; non si contempla una deriva dispotica.

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La Filosofia del Papa crede fermamente nell’esistenza di una realtà materiale in comunione con una realtà metafisica che segua leggi precostituite indecifrabili e imprevedibili, in grado tuttavia di palesarsi e porsi al servizio dell’uomo per aiutarlo nei momenti di difficoltà.
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La Filosofia degli Amanti prende molto seriamente la forza del karma: a un’azione corrisponde una determinata conseguenza e viene premiata o punita, prima o poi. Ogni scelta presa sottogamba potrebbe essere pagata a caro prezzo.

La Religione degli Amanti si fonda sul principio secondo cui l’universo si sviluppa secondo un ciclo, in cui si alternano gli opposti di qualsiasi cosa: pienezza e vuoto, armonia e caos, vita e morte. L’universo stesso, così com’è nato, morirà, per poi rinascere, all’infinito. In quanto parte del tutto, gli uomini sono destinati a rincorrere il loro opposto, scontrarvisi, ruotarsi attorno, in un vortice di amore e odio, senza rinnegarlo, e fare delle scelte importanti riguardo se stessi e il loro rapporto con il mondo. Gli dei che regolano l’universo dettarono la loro parola ai mortali: per fare in modo che le azioni fatte non si ritorcano contro, non uccidere, non mentire, mantieni pura la coscienza. Nella vita sono quattro gli scopi considerati legittimi: l’inseguimento del benessere e del successo, la dedizione al piacere, la devozione verso la giustizia umana e divina, il raggiungimento della libertà assoluta. In attesa che il mondo si riformi nuovamente.


La Filosofia del Carro prevede la creazione di un equilibrio tra impulso e ragione per imboccare la via per il successo personale senza cadere nella corruzione.

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La Filosofia della Giustizia presuppone la fiducia assoluta nella legge, terrena o divina: si deve agire secondo le regole, consapevolmente, e si deve lottare per farle rispettare.

La Religione della Giustizia è una credenza particolare interna alle dottrine della religione papale, dunque una vera e propria setta: si dice che essa, realmente esistita in veste angelica, abbia scritto uno dei Testi Sacri fondamentali della religione papale, sussurrato da Dio, e che dopo la sua scomparsa sia diventata la patrona delle forze dell’ordine del mondo. Non ha una credenza diversa da quella del Papa, dunque non è eresia, ma è una devozione specifica: in essa confidano particolarmente poliziotti e finanzieri.


Coloro che perseguono la Filosofia dell’Eremita sono individui spinti dalla voglia di conoscere se stessi e appaiono oscuri, enigmatici, chiusi. Tuttavia, essi non presentano alcuna propensione misantropica: sono solo particolarmente concentrati sulla crescita personale, ma senza escludere completamente il mondo esterno, che vedono anzi come una delle espressioni di miglioramento in cui possono impiegarsi.

A questa filosofia si ricollega una disciplina monastica molto antica, simile a una Religione, dalle origini incerte, applicata oggigiorno da precisi ordini, detti eremitici, che si impegnano a mantenere la sanità del corpo e della mente attraverso la meditazione, la riflessione e la preghiera. Seguono cinque precetti: non uccidere, non rubare, non avere una cattiva condotta sessuale, non mentire, non bere alcolici - alcuni di questi sono una chiara influenza degli Amanti e della Temperanza. Il risultato del proprio ritiro spirituale deve essere messo al servizio della comunità, per guidare nuovi eremiti verso la piena coscienza di sé e l’ascesi, coltivando l’idea che il corso naturale della vita non deve essere modificato dalle proprie azioni e che il compito dell’uomo sia individuare il significato profondo di ciò che gli accade. Molti eremiti, sia monaci che persone normali che seguono quella filosofia, hanno un’affinità all’alchimia “interiore” - con una particolare sensibilità nei confronti del mondo dei morti e degli spiriti - e perciò sono più propensi ad avere una sorgente eterea.


Coloro che perseguono la Filosofia della Ruota della Fortuna sono convinti che vivendo alla giornata, accogliendo ogni occasione, si possa cambiare la propria condizione sempre in meglio. La vita è dinamica e imprevedibile e ogni possibilità che essa pone è una fermata diversa che può non capitare di nuovo in futuro. Non importa quanti ostacoli possano dividere l'individuo dalla sua meta, se è destino ci arriverà, ma solo se non si concede il lusso di arrendersi a metà strada.

Questa filosofia è applicata da una branca primaria della religione papale, che prende il nome di Religione della Ruota: secondo questo particolare culto, la propria salvezza nell'Aldilà dipende dal proprio successo economico, una scelta diretta della Provvidenza. Si dice che da questa branca sia nato il sistema capitalistico, sistema economico vigente, che nel tempo ha perso il suo spirito religioso, almeno per alcuni.


Un confronto pacifico ma vigoroso è sempre meglio dell'imposizione di un'idea con la forza: coloro che perseguono la Filosofia della Forza credono fermamente nella diplomazia, nella moderatezza e nel controllo sulle emozioni negative e sull'istinto. Sono consci delle loro potenzialità e non hanno bisogno di ostentarle; le difficoltà del fato non rappresentano un problema, ma anzi un modo per mettersi in gioco. La Forza è solo quella dell'animo.

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Coloro che perseguono la Filosofia dell'Impiccato credono nella riflessione rivolta all'esterno di sé. Osservano la realtà, la accettano così com'è e la interpretano, spesso notando i dettagli più in secondo piano, cambiando le priorità: creando, insomma, un punto di vista divergente, a volte non preso in considerazione dagli altri seppur valido.

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Chi persegue la Filosofia della Morte è una persona sempre pronta ad accogliere il cambiamento radicale nella propria vita, per lasciare spazio alla rinascita di qualcosa al posto di ciò che ha lasciato dietro di sé, senza rimorsi. L'abitudine è il peggiore nemico: meglio investire nella propria evoluzione, nel bene e nel male, per vedere fin dove porta.

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La Filosofia della Temperanza contempla la pazienza e la moderazione nel proprio quotidiano. Coloro che la perseguono cercano in tutti i modi di trovare un equilibrio e non cadere di principio negli eccessi, che siano essi materiali o meno, o rischiare di passare da un estremo all'altro durante la propria vita: il pieno controllo nel raggiungimento di un determinato obiettivo è fondamentale.

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La Filosofia del Diavolo insegna a soddisfare il capriccio, a cedere al desiderio, che possa essere materiale o sessuale: la tendenza all'eccesso non è però la unica cosa che caratterizza chi segue questa linea di pensiero. Seppur istinto sia la loro parola d'ordine, contrariamente alle aspettative esiste un filone particolare del Diavolo che non lascia che le inclinazioni più basse appiattiscano la propria personalità; bensì essi vanno integrati e manipolati, per evitare che essi si mettano in mezzo a un cammino più profondo di conoscenza.

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La Filosofia della Torre caratterizza coloro che sono troppo ancorati al passato: l'esperienza vissuta diventa il pozzo da cui trarre conclusioni, soluzioni, aspettative e non c'è spazio per la novità. Eppure, molti seguaci della Torre, sono convinti che questo sia solo uno stadio iniziale: prima o poi arriverà il fulmine a ciel sereno pronto a distruggere ogni certezza, ogni tassello della fortezza per costringere gli individui a una nuova interpretazione del mondo, lasciandosi dunque alle spalle i pregiudizi e le paure.

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La Filosofia della Stella crede nell'ottimismo verso il mondo e l'universo, nella speranza in ogni sua forma e chi la persegue nutre una spiccata sensibilità verso l'esoterismo e il misticismo. Per questa ragione, molti seguaci della Stella sono anche molto vicini a religioni druidiche o alla stessa Protoreligione della Stella, sebbene non sia un fattore determinante. Questa filosofia è anche molto comune tra gli artisti, convinti che l'arte sia lo strumento attraverso cui gli uomini entrano in armonia con il tutto.

La Stella non ha Religione, ma solo Protoreligione.


La Filosofia della Luna prevede l'affidamento della propria vita a un'unica causa: la ricerca della verità, buona o scomoda che sia. L'analisi del sogno è uno degli strumenti che coloro che sono divisi tra Filosofia e Religione usano per interpretare la verità interiore. Nonostante i suoi buoni propositi, a volte genera mostri: se infatti da una parte questa filosofia carica di vita gli investigatori che più confidano nella scoperta della verità, dall'altra diventa la giustificazione che sistemi dispotici e ingiusti sfruttano per discernere ciò che è verità e ciò che è menzogna e dunque non deve essere perseguita.

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La Filosofia del Sole è per tutti coloro che si pongono sempre al servizio degli altri per dare supporto e rendere la vita migliore in ogni modo. Essi infatti sono sempre parte fondante del successo degli altri, con il loro sostegno, i loro consigli e le loro virtù. Pare soltanto che non abbiano abbastanza ego da pensare al proprio, di successo, ma sarebbe un errore pensare che proprio l'aiuto che danno in comunità non sia già un traguardo valido per loro.

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La Filosofia del Giudizio è il filone di pensiero fatto per chi, sentendosi perso durante la vita, ha trovato in qualcosa un motivo di rinascita o ha sentito una chiamata, una vocazione. Coloro che la perseguono, infatti, sono convinti che solo attraverso uno scopo nella vita si è in grado di concentrare ogni energia nel conseguimento di tale obiettivo. Tuttavia, le chiamate possono essere molteplici e ognuna di queste rappresenta un percorso di rinnovamento rispetto a ciò che è stato.

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Di come fossero molte religioni all'origine non si sa molto; di altre si conosce un intero pantheon, si possiedono i libri sacri, si conoscono storie, profezie. Di altre ancora non è stata rinvenuta alcuna traccia.

Le Protoreligioni, fatta eccezione per quella della Stella, non sono più professate.

In un lontano passato, una donna arrivò per mare sulle terre della Salamandra. Ella si guadagnò presto il nomignolo di Alchimista. Insegnò agli uomini l’amore verso la natura, stabilendo alcuni dogmi: il culto dei Cinque Elementi, che danno origine a Natura o Fysis, divinità non binaria, devozione verso il Sole e la Luna, simboli di Fysis, e il Cammino della Conoscenza, il percorso individuale verso lo stato più puro e ampio del sapere. Si tratta di una protoreligione druidica, che si esprime individualmente o collettivamente.


Una volta, il Papa e la Papessa erano uniti insieme a governare il proprio regno, come una grande famiglia nel nome dell’Unico Dio, proclamando la pace dei popoli, la bontà verso il prossimo, l’annuncio del Gran Giudizio e l’avvento della vita eterna, così com’è scritto nei Testi Sacri. Ma si resero conto di interpretare la natura del Dio in maniera troppo diversa ed entrarono presto in conflitto. Per evitare ulteriori contrasti, la Papessa si relegò a Ovest, in territori chiusi e infruttuosi, lasciando solo il Papa a Est. Ella incitò i propri sudditi a rimanere fermi nella fede ortodossa nel Dio, stabilendo un concilio di suoi pari per gestire le Comunità religiose in ogni città del suo regno. La religione della Papessa ritiene di essere l’unica depositaria della fede originaria nell’Unico Dio, senza variazioni politiche e di circostanza attuate dal regime del Papa.


Dopo lo scisma, il Papa prese con sé un bambino e una bambina: loro sarebbero divenuti i suoi seguaci più importanti e lui li avrebbe resi imperatore e imperatrice nel nome di Dio. Crescendo, però, l’Imperatore e l’Imperatrice rinnegarono il Papa, allontanandosi dal suo reame corrotto e fondandone due nuovi, alleati e rivali. L’Imperatrice volle avvicinarsi ai dogmi della Papessa, pur rimanendo salda ai principi del Papa: avrebbe riparato i danni dell’una Comunità, chiusa e intransigente, e dell’altra, ormai corrotta e volubile. La sua religione fonda si su un’interpretazione ligia dei Testi Sacri prettamente individuale, per instaurare un contatto diretto con Dio, garantendo però il dinamismo di pensiero attraverso l’autocritica e dunque incitando a una continua messa in discussione del fedele.


Dopo lo scisma, il Papa prese con sé un bambino e una bambina: loro sarebbero divenuti i suoi seguaci più importanti e lui li avrebbe resi imperatore e imperatrice nel nome di Dio. Crescendo, però, l’Imperatore e l’Imperatrice rinnegarono il Papa, allontanandosi dal suo reame corrotto e fondandone due nuovi, alleati e rivali. L’Imperatore, mal sopportando le ingerenze di un Papa corrotto nel proprio governo, stabilì che sia il potere temporale che il potere spirituale dovessero convergere nella propria persona; in più, i concili religiosi con temi dottrinali sarebbero stati presidiati e condotti da lui. Come anche nella religione dell’Imperatrice, da cui prende ispirazione, il fedele si dedica all’interpretazione dei Testi Sacri con atteggiamento di autocritica, pur seguendo una linea guida rigida imposta dall’alto, e a dispetto di quella del Papa essa si semplifica, limitando l’atto di devozione a Dio alla dichiarazione di fedeltà nell’Imperatore.


Una volta, il Papa e la Papessa erano uniti insieme a governare il proprio regno, come una grande famiglia nel nome dell’Unico Dio, proclamando la pace dei popoli, la bontà verso il prossimo, l’annuncio del Gran Giudizio e l’avvento della vita eterna, così com’è scritto nei Testi Sacri. Ma si resero conto di interpretare la natura del Dio in maniera troppo diversa ed entrarono presto in conflitto. Per evitare ulteriori contrasti, la Papessa si relegò a Ovest, in territori chiusi e infruttuosi, lasciando solo il Papa a Est. Conscio della propria influenza, il Papa conversò con altri regni, per poter stringere alleanze politiche e protezione in cambio della loro legittimazione, il cui emblema doveva essere rappresentato dai futuri imperatori divini, destinati a governare sopra tutte le terre orientali sotto la guida papale; lo scacchiere così creato diede il pretesto al Papa per combattere attivamente le eresie della Papessa, successivamente dell’Imperatore, dell’Imperatrice e di tutte le altre religioni nel mondo.


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Una donna su un Carro, nella valle a ridosso del più grande deserto di Alsahra, apparve in mezzo a un campo di battaglia prima che le trombe squillassero. I generali rimasero sbalorditi dalle due bestie che lo trainavano, corpi leonini e busti e volti femminili, una bianca e una nera. Sotto gli sguardi irrompenti dei soldati, esse si agitarono: la nera iniziò a tirare verso le armi, la bianca tentava di resisterle per non sbilanciare il carro, finché, spazientita, morse la compagna con i suoi denti affilati e la ammansì. La donna così, annunciò la profezia: la guerra avrebbe ceduto presto il posto alla pace, per poi tornare ed essere nuovamente sconfitta. Il dualismo tra Bene e Male sarà per sempre inconciliabile perché il Dio che ha deciso ciò, il Daimon, giungerà presto, su un Carro trainato da due bestie leonine, per rivelare la Verità e ridare un equilibrio al mondo.


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